Il panico arriva all’improvviso e prende il sopravvento, e ci paralizza. In quei momenti anche le azioni più semplici vengono compromesse.
Continuare a guidare, sostenere una conversazione o uscire per fare la spesa, ad esempio, possono apparire insostenibili.
Si perde il controllo sul proprio corpo che viene, invece, ad essere investito di sensazioni nuovi e incontenibili, come le palpitazioni, i tremori e la sensazione di vuoto.
Ma perché ciò accade in noi?
Non si riesce a dare una spiegazione medica a tali sintomi, anche se di solito il primo passo che si compie è proprio quello di rivolgersi ad un medico che certifichi uno stato anormale. Visite specialiste che si accumulano, ma senza dare una soluzione.
Forse, perché la soluzione sta da un’altra parte.
Il panico è un sintomo. Un campanello d'allarme.
È il corpo che si fa sentire e che segna che qualcosa del rapporto tra noi e il mondo tende a cedere.
Ma la soluzione c’è: parlarne. È attraverso la parola che infatti si può interrogare il proprio sintomo, conoscerlo e scoprire cosa nascondeva.
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Dott.ssa Paola Armenti